Il Job Day dal titolo “RIGENERARE L’EDILIZIA: RESTAURO E VALORIZZAZIONE DEI CENTRI STORICI”, svoltosi giovedì 29 giugno presso il Palazzo Marchesale, è stato frutto della collaborazione tra ARPAL e Comune di Matino.
Il 2° Job day ha visto un’ampia partecipazione di candidati al recruiting, tenutosi contestualmente.
La giornata ha, così, raggiunto l’obiettivo di “fare di un Job Day una reale opportunità, un ponte di collegamento, nel territorio di riferimento, tra domanda e offerta di lavoro”, così come ha affermato il presidente dell’ANCE di Lecce, Valentino Nicolì.
Fare rete, fare sistema, questi sono stati i punti nodali attorno ai quali sono ruotati gli interventi di Luigi Mazzei, dirigente ARPAL, e dell’assessore alle Politiche per il Lavoro della Regione Puglia, Sebastiano Leo.
Il dibattito ha, poi, analizzato le criticità che alimentano l’orientamento culturale riguardo il settore edilizio. L’architetto Mauro Lazzari ha evidenziato, in tal senso, l’assenza di norme sugli standard qualitativi che disciplinino la vita del lavoratore edile. Assenza, secondo lui, inaccettabile nel 2023 e causa della ritrosia dei giovani nei confronti di tale settore.
“Settore dove, per natura, l’innovazione tecnologica difficilmente può incidere sul lavoro manuale”, ha spiegato ancora Valentino Nicolì. “L’edilizia è un settore basato, inevitabilmente, su tecniche tradizionali e vi è una notevole difficoltà a sostituire i lavoratori che vanno in pensione”.
“Quando si pensa al lavoratore edile” – ha affermato il professor Francesco Micelli, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Lecce, – “si ha banalmente l’immagine di un uomo con martello e scalpello, eppure non saremmo potuti essere qui, oggi, se non ci fossero state le strade, i ponti, le ferrovie e gli edifici”.
Come poter rigenerare, quindi, l’idea dell’edilizia nella percezione dei giovani e invertirne il trend formativo ed occupazionale?
“ Considerando – risponde il prof. Micelli – il settore edilizio come una missione culturale, prima ancora di un problema occupazionale. Bisogna far capire alle nuove generazioni che esse sono, nello stesso tempo, sia i depositari del passato (ereditarietà delle tecniche e conservazione gelosa del proprio patrimonio ingegneristico civile) sia fautori attivi del futuro (nuovi saperi, nuove tecniche per nuove progettazioni), poiché – conclude– solo nel contenuto storico vive la nostra identità”.